5 novembre 2021. Comunicato Stampa. L’Associazione Volontari per Policlinico Tor Vergata odv, in collaborazione con: la Cattedra di Psichiatria, Dipartimento di Medicina dei Sistemi, Università degli Studi di Roma Tor Vergata; l’Unità Disturbi Post-Partum, Dipartimento di Neuroscienze Umane, Sapienza Università di Roma, ha recentemente promosso uno studio sperimentale sui Marker infiammatori di depressione perinatale in donne con e senza storia di trauma.
“L’ipotesi infiammatoria della depressione è stata ampiamente descritta nella depressione maggiore con alcune evidenze anche per la depressione perinatale. La risposta allo stress presente in alcuni individui con depressione, espressa dall’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, potrebbe essere associata a un pattern neurobiologico pro-infiammatorio.
Le citochine infiammatorie, IL-1, IL-6 e TNF-α, svolgono funzioni ancora più complesse intervenendo nei meccanismi di proliferazione e differenziazione delle cellule nervose, come dimostrato dall’azione sulla sintesi e l’attività del BDNF (fattore neurotrofico cerebrale). Inoltre, il profilo pro-infiammatorio sembra strettamente associato alla presenza di antecedenti traumatici indipendentemente dalla diagnosi di depressione.
In questo studio abbiamo esplorato le possibili correlazioni tra citochine infiammatorie (IL-6, TNF-a, IFN-γ), indici di flogosi (PCR e VES), ormoni dello stress (cortisolo) e BDNF con la depressione perinatale. In particolare, abbiamo indagato l’associazione di questi markers con la severità dei sintomi depressivi, controllando anche il possibile effetto degli antecedenti traumatici e il ruolo protettivo della resilienza.”
“Abbiamo arruolato un campione totale di 79 donne diviso in quattro gruppi. I primi due gruppi sono formati da donne al secondo trimestre di gravidanza affette da depressione perinatale, con e senza antecedenti traumatici.
I due gruppi di controllo includono donne in gravidanza e donne al di fuori del periodo perinatale. Sono stati raccolti campioni di sangue per la misurazione dei marker biologici. Ai due gruppi di pazienti sono stati somministrati un’intervista psichiatrica per la diagnosi di depressione perinatale e test psicometrici: Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS), Inventory of Traumatic experiences (TEC), Connor-Davidson Resilience Scale (CD-RISC).”
“Le donne con depressione perinatale e storia di trauma avevano punteggi più alti della scala EPDS (p=0,004) e valori più bassi del test CD-RISC (F=34,77; p<0,001) rispetto agli altri gruppi. L’analisi one-way ANOVA ha mostrato differenze significative nei valori medi di VES (F=2,87; p=0,040) e di PCR (F42=4,05; p=0,010) nel gruppo di donne con depressione perinatale e trauma e di TNF-α (F=6,07; p=0,001) nelle donne con depressione perinatale senza antecedenti traumatici”. In conclusione si evince che: “la storia di trauma è associata a fenotipi clinici di depressione perinatale più severi e ridotti livelli di resilienza.
I nostri risultati preliminari sull’aumento delle proteine di fase acuta in donne affette da DPN e di un livello più alto di TNF-a nel campione di donne con depressione e storia di trauma e avvalorano l’ipotesi infiammatoria nella DPN. Lo screening per la depressione perinatale dovrebbe includere di routine la valutazione degli antecedenti traumatici che si associano a sintomi più severi di depressione. Interventi focalizzati sul trauma e sulla resilienza potrebbero avere il duplice ruolo di supportare le madri affette da depressione in gravidanza e mitigare la trasmissione transgenerazionale psicopatologica madre-bambino”.
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