Cosa ci spinge a fare del volontariato?
Le motivazioni che sottostanno alla scelta sono molteplici, personali e non sempre sono solo prosociali. Esistono motivazioni che rispondono più ad una solidarietà vissuta come “dovere sociale” e motivazioni che riguardano invece aspetti personali del volontario. La motivazione non è un fatto osservabile ma si esplicita nelle azioni. Si legge nei comportamenti e nelle scelte. La motivazione è leggibile nell’attività che il volontario stesso offre. Le motivazioni possono essere consce o inconsce, transitorie, permanenti, di natura culturale, religiosa o egoistica. Fare volontariato appaga esigenze personali: dà un nuovo senso alla vita, rafforza l’autostima e allevia l’isolamento sociale.
Fare volontariato fa stare bene?
L’azione volontaria ha una valenza di forte relazionalità e ciò risponde ad uno dei bisogni più presenti nella nostra società. Quello di sentirsi inseriti in un contesto di rapporti significativi e soddisfacenti. Il volontario quindi nel momento in cui entra in un gruppo, per offrire un servizio agli altri. Fare volontariato soddisfa la duplice esigenza di attivare delle relazioni significative per “sé” e per gli “altri”. Da ricerche svolte nel campo del volontariato, si è visto che per i volontari l’impegno costituisce un’attività ricca ed arricchente di affetto gratitudine e condivisione. Molte testimonianze personali segnalano come spesso l’affetto e la gratitudine dei beneficiari sono di gran lunga superiori all’aiuto offerto. Talvolta un episodio personale che colpisce duramente la sfera affettiva porta a rimuovere la sofferenza con un investimento emotivo coinvolgente.
Dare un nuovo significato alla propria vita e a quella degli altri?
La valenza compensatoria pesa di più di quella socializzante nella scelta del volontariato. Il gruppo non rappresenta solo un luogo di socializzazione ma anche una valida opportunità per compensare carenze e vuoti intimamente percepiti. La vicinanza con il dolore porta a considerare il volontariato come una forma di rielaborazione personale. Il volontariato può essere utile per trovare significati a quell’esperienza ma anche per restituire agli altri l’aiuto ed il conforto ricevuto.
Il volontariato produce benessere?
Possiamo quindi vedere come l’essere volontario soddisfi anche un profondo ed intimo bisogno di trovare nel gruppo. Un rafforzamento della propria identità ed il proprio completamento affettivo. In ogni caso fare volontariato produce benessere sia per il volontario sia per il contesto sociale che riceve il suo aiuto. Indipendentemente dal tipo di motivazione che sottende tale scelta. Importante, però, per ogni associazione conoscere le motivazioni primarie di ogni individuo in quanto saranno esse che se costantemente soddisfatte faranno degli associati dei validi e brillanti volontari.